Mostrando entradas con la etiqueta Opinión. Mostrar todas las entradas
Mostrando entradas con la etiqueta Opinión. Mostrar todas las entradas

14 dic 2011

"El Manifestante" personaje del año según Time

La revista Time ha nombrado este miércoles al "Manifestante" como "la persona del año" de 2011, en reconocimiento a la primavera árabe y a los movimientos de indignados de Europa y Estados Unidos.

La portada de la popular publicación muestra a un joven con la cara cubierta y recuerda que las protestas de estos manifestantes están "remodelando la política global y redefiniendo el poder popular". La elección de este año responde a la importancia de los movimientos de protestas en países como Túnez, Egipto o Libia, que, con un inicio pacífico y civil, han servido para derrocar regímenes dictatoriales asentados durante décadas en esos países.

Asimismo, la revista recuerda los movimientos que se han alzado en países democráticos, en ciudades como Madrid, Nueva York, Atenas o Londres, en busca de cambios económicos y políticos en un época de crisis.

Un editor de la revista recuerda en una entrevista en la cadena de televisión CNN que éste ha sido el año en que "el hombre común se ha levantado" y ha impulsado cambios de una manera "profundamente nueva". Añadió que esos manifestantes siguen cambiando la manera en que pensamos como prueban movimientos como los de Occupy Wall Street en Estados Unidos o las recientes protestas contra el primer ministro ruso, Vladimir Putin, en Moscú.


Mi reflexión: 
"Esto es solo una prueba más de como el mar de la humanidad sigue agitado" - Alberto Paco.

31 jul 2011

Cómo mejorar la estructura de los textos para sitios web



Sabemos que la redacción de noticias para una página web es distinta a la de un medio impreso: enlaces, integración multimedia, palabras claves para el SEO, etc. Sin embargo, en opinión de Vladim Lavrusik del Nieman Journalism Lab, continuamente se puede mejorar la estructura de los textos para sitios web. Aquí algunos apuntes.

Contexto. El reto es ofrecer contexto incluso en esta época, donde se publica nueva información cada segundo y donde la tendencia es publicar textos cortos. Parte de la solución puede ser la inclusión de recursos multimedia como Storify, que permite organizar la historia sin perder el contexto.

Social. Las redes sociales han cambiado la forma de consumir noticias, así que hay que pensar en un diseño que incluya estas redes sociales. Es importante, por ejemplo, que los lectores puedan compartir y comentar las noticias con sus amigos.

Personalización. Uno de los beneficios de la web social es la posibilidad de personalizar las noticias. El objetivo es usar esta información para ofrecer noticias que realmente interesen a los lectores. También es crucial desde el punto de vista empresarial porque los editores aprenden más sobre sus audiencias, lo que servirá para publicidad, ofertas y otros servicios.

Móvil. Es imposible pensar el periodismo de ahora sin incluir a los teléfonos móviles. Y los retos no sólo son con respecto al diseño, sino también con la creación de contenidos. Los periodistas pueden publicar textos cortos para dispositivos con pantallas pequeñas, mientras que se pueden escribir notas más largas para tabletas con pantallas más grandes.

Participación. Esto incluye que el público participe en la conversación y en la producción de noticias. Los usuarios pueden tomar fotos y grabar vídeos desde sus teléfonos celulares, y los periodistas pueden aprovechar esto. Iniciativas como iReport son importantes en ese sentido.

Vía Clases de Periodismo.

Foto KDM Digital Journalism students.

28 jul 2011

Marina Romano: "le situazioni lavorative che ho visto su tantissimi laureati non sono delle più felici"



Intervista a Marina Romano

Credi che l’esperienza universitaria oltre ad una crescita culturale, stia contribuendo anche alla tua crescita personale? Se si, sotto quali aspetti?
Non ho vissuto molto l'università, in quanto sono un lavoratore. Posso dire che su alcuni aspetti mi ha aiutata ad essere "autonoma", in quanto sono io a scegliere le modalità e i tempi con cui fare esami. Inoltre ho avuto modo di conoscere tante persone con le quali ho legato molto facilmente!

Credi che l’attuale situazione dello stato italiano sia favorevole all’avvicinarsi di voi giovani al contesto lavorativo?
Assolutamente no! In particolare nelle regioni del sud, dove anche le cosiddette aziende "serie" sfruttano i lavoratori, è letteralmente impossibile lavorare senza mortificare la propria persona e le proprie aspirazioni di guadagno, oltre che professionali. Parlo di situazioni ben specifiche, nelle quali i lavoratori (o per meglio dire, collaboratori, vista la natura dei contratti) vengono ripetutamente umiliati se non raggiungono gli obiettivi che l'azienda fissa, tutto questo per paghe misere, nelle quali non viene garantito nemmeno un fisso mensile, grazie ad innumerevoli "escamotage" che ogni azienda (in modo del tuo legale, questo è ciò che atterrisce) effettua. In altri paesi un lavoro part-time permette ai giovani di pagarsi gli studi, ma anche l'affitto di un appartamento, le spese varie. Un part-time "nostrano" a stento riesce a farci coprire le spese della benzina (quella che mettiamo per raggiungere il nostro posto di lavoro)...
Lo stato è in gran parte responsabile di ciò, in quanto rende legali delle azioni che sono inaccettabili. Inoltre non effettua i dovuti controlli sulle varie aziende, per controllare se i lavoratori sono in regola. E se qualcuno effettua una denuncia al ministero del lavoro o all'inps, ecco che si verificano situazioni da "scarica-barile", nelle quali ogni ufficio delega le responsabilità ad altri enti, facendoci smarrire in un labirinto burocratico dalle dimensioni esorbitanti. E' meglio non parlare, poi, del sistema pensionistico vigente in Italia...

Quali sono le difficoltà che maggiormente ritieni di poter incontrare una volta entrata nel settore lavorativo?
Ho già cinque anni di esperienza lavorativa alle spalle, con annessi contratti a progetto, contratto d'apprendistato, bancarotta fraudolenta da parte di un mio vecchio datore di lavoro (v. caso Omnia Network), perdita del lavoro, mobilità in deroga, cassa integrazione, causa all'azienda, scioperi, manifestazioni, comunicati stampa.... Insomma, ho 24 anni e già un bel casino alle spalle! Le più grandi difficoltà incontrate fino ad oggi sono: una mancata stabilità lavorativa (anche in casi in cui i contratti sembravano più "sicuri"). Tale mancanza di stabilità mi ha sottoposto anche
in una situazione di stress molto particolare, basti immaginare che nel giro di 6 mesi ho cambiato 4 lavori, sta a significare 4 ambienti nuovi, 4 corsi di formazione, 4 colloqui....
- Stipendi molto bassi, con fisso mensile inesistente (ho lavorato presso un'azienda nella quale se non raggiungevi 100 ore mensilli ti toglievano il fisso...e se le garantivi e vendevi un sacco...il fisso lo toglievano lo stesso per l'elevato numero di vendite... Sto parlando di un'azienda che è molto presente nel mercato delle telecomunicazioni. E' uno dei più grandi colossi in Italia, molto conosciuta da chi è "del mestiere", insomma, è una di quelle aziende che vengono definite "serie".
- Situazioni lavorative umilianti, con dei momenti che agli atti risultavano "briefing", ma in realtà erano continui rimproveri che spesso arrivavano a superare i limiti dell'educazione e del rispetto nei confronti dei lavoratori.
- Attività di telemarketing e teleselling molto stressante. I clienti erano dei residenziali, di conseguenza parliamo di continui insulti da parte dei personaggi che rispondevano al telefono. Nel migliore dei casi mi hanno minacciata di denunciarmi, poi quelli un pò meno gentili sbraitavano come animali prima di riattaccarmi il telefono in faccia, inoltre c'erano quelli che mi riempivano di parolacce... Questo era all'ordine del giorno per ogni operatore, almeno finchè ho lavorato sui clienti residenziali..
- Presenza di elementi validi che non venivano premiati dall'azienda, mentre ho visto degli emeriti imbecilli crescere professionalmente. Sono state licenziate persone validissime, sol perchè non erano fidanzate o imparentate con qualche team leader.
- Presenza di molti laureati in azienda, che non avendo trovato altro, hanno dovuto arrangiarsi rinchiudendosi in un call center (è una situazione avvilente).

Ritieni che il percorso formativo universitario possa essere gestito diversamente, considerando le risorse a sua disposizione?
Sono contraria ai vari tagli all'università e alla ricerca. Tuttavia non mi si può chiamare "evento culturale" una festa e farla passare per evento formativo per fregare soldi all'ateneo. Questo purtroppo succede (fu scritto anche su un giornale universitario). Il problema non è solo sulla quantità dei soldi, ma anche su come vengono gestiti. Inoltre, dal punto di vista organizzativo, lo studente deve accedere ad un iter formativo ampio. Non posso stare 3 o 5 anni in una facoltà e fare sempre gli stessi, identici argomenti su esami diversi! Inoltre si dovrebbe dare spazio maggiore ai laboratori e ai tirocini, che sono i veri "formatori", più di ogni testo universitario.

Credi che il tuo percorso universitario ti permetterà di evitare di fare i conti con il mondo del precariato?
Beh, spero vivamente di si. Anche se le situazioni lavorative che ho visto su tantissimi laureati non sono delle più felici. Sto studiando solo per sperare di non far parte di quella "massa" di laureati che non ce l'hanno fatta. Ma per fare ciò è necessario anche cambiare la mia "forma mentis", e pensare che, purtroppo, dovrò necessariamente cercarmi un lavoro fuori Napoli, molto probabilmente all'estero, se vorrò dare un futuro decente a me e ai miei figli (qualora dovessi averne un giorno).

Un'intervista di Irene D'Alessandro

Viñeta: Hambre



El 20 de julio, la ONU declaró el estado de hambruna en dos provincias del sur de Somalia

Ahora haciendo catarsis me pregunto:
"¿Me podría alguien definir lo que existía antes en Somalia?"


Viñeta de Eneko.

27 jul 2011

Santi Cacciola: "la vita universitaria contribuisce ad una mia crescita personale..."

Intervista a Santi Cacciola

Credi che l’esperienza universitaria oltre ad una crescita culturale, stia contribuendo anche alla tua crescita personale? Se si, sotto quali aspetti?
Dal mio punto di vista la vita universitaria contribuisce ad una mia crescita personale negli aspetti della indipendenza e nella capacità di muovermi da solo nel mondo.
Credi che l’attuale situazione dello stato italiano sia favorevole all’avvicinarsi di voi giovani al contesto lavorativo?
Attualmente no.
Quali sono le difficoltà che maggiormente ritieni di poter incontrare una volta entrata nel settore lavorativo?Sicuramente sarà il dover trovar lavoro al di fuori del proprio comune di nascita, e quindi essere costretti a spostarsi lontano dalla propria terra, inoltre le scarse possibilità di carriera e di guadagno.
Ritieni che il percorso formativo universitario possa essere gestito diversamente, considerando le risorse a sua disposizione?Non so rispondere, quest'anno ci saranno tagli all'università quindi in futuro non saprei, ma per adesso le risorse mi pare siano state gestite bene
Credi che il tuo percorso universitario ti permetterà di evitare di fare i conti con il mondo del precariato?NO

Un'intervista di Irene D'Alessandro

26 jul 2011

Mina Spadavecchia: "Ogni anno paghiamo consistenti tasse universitarie per investire in un futuro incerto"


Intervista a Mina Spadavecchia

Credi che l’esperienza universitaria oltre ad una crescita culturale, stia contribuendo anche alla tua crescita personale? Se si, sotto quali aspetti?
Sì. Penso che l'esperienza universitaria mi abbia aiutata a crescere, maturare, a farmi capire meglio chi sono e chi voglio diventare.

Credi che l’attuale situazione dello stato italiano sia favorevole all’avvicinarsi di voi giovani al contesto lavorativo?
Assolutamente no. Nessuna legge ha fatto realmente qualcosa per aiutare noi giovani a costruirci un futuro nel contesto lavorativo.

Quali sono le difficoltà che maggiormente ritieni di poter incontrare una volta entrata nel settore lavorativo?
Beh credo di andare incontro ad una vera e propria difficoltà di accesso al mondo lavorativo, che va via vi a diventando sempre più forte ed evidente. Paradossalmente lo stato italiano sembra porre il bastone tra le ruote agli studenti invece di agevolarli. Ogni anno paghiamo consistenti tasse universitarie per investire in un futuro incerto. Questa è la triste realtà dell’Italia del nuovo secolo.

Ritieni che il percorso formativo universitario possa essere gestito diversamente, considerando le risorse a sua disposizione?
Non saprei. Di sicuro trovo poco utile la formula dei 3 anni più 2 di "specialistica" o "magistrale", che dir si voglia, quando la laurea triennale non apre sbocchi lavorativi reali. Penso anche che sarebbe molto gradita una buona sinergia fra il mondo del lavoro e l'università cosa che non sempre avviene.

Credi che il tuo percorso universitario ti permetterà di evitare di fare i conti con il mondo del precariato?
Purtroppo no. Penso che tutti i giovani italiani, anche quelli non universitari, sono destinati al mondo del precariato: i pochi fortunati ci passeranno solo poco tempo, tutti gli altri ci resteranno a vita."

Un'intervista di Irene D'Alessandro

25 jul 2011

WhatsApp está matando la “necesidad” de usar un BlackBerry



Así de simple, así de sencillo. WhatsApp está matando la “necesidad” de usar un BlackBerry para pertenecer a una red privada de mensajería instantánea que solo se puede acceder por medio de uno de esos equipos. El reemplazo del BlackBerry Messenger por SMS tradicionales es la razón número uno por la cual estos dispositivos son usados en países emergentes en Latinoamérica y motivo importante de adopción en países más desarrollados.

Detalle interesante: WhatsApp tiene costo (es muy bajo, pero lo tiene). Aún con esa pequeña barrera de entrada, cada día es mayor el número de personas que lo tienen y pueden comunicarse vía texto, sin pagar por mensaje en bastantes dispositivos, sin depender de un fabricante en particular, de una red en particular, sin estar en un país en particular.

Fuente @earcos.
Foto whatsapp.

14 jul 2011

Twitter: Divertido, informativo, fundamental y humano


No podemos negar que Twitter se ha convertido en un medio de comunicación e información más influyente en los últimos años, donde una gama de personalidades musicales, políticas y de distintas ideologías e idiosincrasias se pasean por las palestras de tan distinguido servicio de Microblogging, donde jamás podría faltar el poder de la palabra o como quieran llamarlo el pueblo, y es allí de donde sale el informante del @CaracasMetro con su diario y preciso tweet del acontecer rutinario de esta selva de concreto en la que se ha convertido la ciudad capital de Caracas.

Se ha vuelto fundamental para los Caraqueños saber con que nos encontraremos al salir hacia nuestras respectivas actividades del día, pero también nos divertimos con chistes, reflexiones, y hasta algunas penas del corazón de desconocidos que desean entablar algún tipo de conexión con el mundo sin ser reconocidos por una cara o un merito, es bonito conseguir corazones bondadosos como el de @Perrousuario que promueve proteger y ayudar a los perros callejeros que deambulan por las instalaciones del Metro de Caracas logrando algún tipo de adopción para estos "ángeles" de 4 patas en un hogar amoroso y caritativo.

Conseguirnos con lindos deseos de buen día de @donsaludador. La pareja de perritos mas juguetones y comedores de galletas como @Pachucosaluda2 y hasta el ultimo grito de la moda a manos de los mejores Fashionistas del mundo, son algunos personajes del día a día de mi bandeja de Twitter …..

Contribuido por Tata
@tatyhechizada.

11 jul 2011

"Puesto de trabajo"




Strauss-Kahn dijo durante un discurso pronunciado en la Brookings Institution, en Washington D.C, en el marco de la reunión de primavera del FMI y el Banco Mundial (BM) que la pérdida de puestos de trabajo en el mundo llegó a un nivel récord y afecta en especial a los jóvenes. “Lo que debería haber sido un breve periodo en el desempleo se está convirtiendo en una cadena perpetua, posiblemente para una generación perdida por completo”, advirtió el funcionario.

Viñeta: Eneko.

30 jun 2011

Invitaciones a Google+



Ya lo noto en los resultados de la búsquedas, todos queremos saber sobre las invitaciones para el proyecto de google+ y esta vez no creo que google se vaya a equivocar con esta nueva red social, sobre todo porque facebook comienza a hacer pulso y con fuerza, sino miren estos datos recogidos en 20minutos.es

"En mayo, 180 millones de personas visitaron páginas web propiedad de Google, incluido YouTube, según datos de ComScore, mientras que 157 millones accedieron a Facebook, donde pasaron una media de 375 minutos, por 231 minutos en Google".

No me puedo desviar del tema, sí, las invitaciones. En el blog del Proyecto Google+ lo dice con claridad "Hemos lanzado una versión de prueba a la que se puede acceder solamente con invitación."

He ahí una de las sabias "limitantes tecnológicas", es "esa face de espera a que lo probemos unos pocos y luego te invitamos... también así generamos más expectativas".

Así que para las invitación solo basta una palabra clave, Paciencia.

Cuando lanzaron google wave fue lo mismo, yo tuve el privilegio de estar entre los primeros en aquella ocasión, espero suceda lo mismo, así que sigue pendiente de este blog, que si me llega la oportunidad y me dan alguna invitación ofreceré una a mis lectores.

Foto Google Plus.

29 may 2011

Proyecto Hidroaysén: Vulnerabilidad Ambiental

La admisibilidad de Hidroaysén es tan solo la punta del iceberg en la carrera por explotar los recursos naturales del país (Chile). Si bien es cierto, la falta de una normativa ambiental rigurosa jugó un rol fundamental en la aprobación del megaproyecto. La historia productiva asociada a desastres ambientales en Aysén tiene su auge desde la instalación de la industria salmonera.

IMPACTO AMBIENTAL DE LA SALMONICULTURA

En la década del 80, cuando la industria del salmón tomó impulso, se concentraron todos los esfuerzos en potenciar la revolución productiva y comercial. Las proyecciones sostenían que el modelo noruego daría resultados positivos y que el ingreso de Chile en la competencia internacional era inminente. Desde luego, la magnitud de las exportaciones progresaron y el desarrollo no sufrió reparos ni observaciones ambientales hasta 1994, cuando se aplicó la Ley Sobre Bases Generales del Medio Ambiente.

Este retraso en la implementación de un marco regulatorio suficiente, en la actualidad mantiene las reservas biológicas marinas sepultadas por fecas y peces en descomposición, los que además poseen altos niveles de elementos químicos prohibidos en gran parte del planeta. Existe amplia evidencia internacional indicando que la salmonicultura genera impactos graves y permanentes sobre los ecosistemas.

El daño es irreversible y no se ha legislado en la materia. Chile ostenta el segundo lugar en el ranking mundial en exportación de salmones, solo superado por Noruega. Este antecedente, después de la crisis del virus ISA, ha permitido tener un fuerte respaldo legislativo para hipotecar en los bancos internacionales concesiones de la industria salmonera privatizando el mar territorial de Chile.

EXPLOTACIÓN DE RECURSOS MARINOS

Los recursos marinos que no fueron afectados hasta 1986 por la expansión de la industria salmonera, fueron sobre-explotados para solventar la demanda que no podía cubrir la zona comprendida entre la I hasta la IX Región. En la década del 90, Japón comienza a tener un repunte en la demanda de recursos bentónicos. La disminución real del precio en el mercado asiático por la depreciación de la moneda japonesa frente al dólar estadounidense, favoreció las importaciones y aumentó la demanda interna de Japón.

En 1994 problemas de la economía japonesa paralizaron las exportaciones de recursos chilenos. Pero era demasiado tarde, los bancos naturales ya estaban catalogados en riesgo, con sus máximos excedentes productivos sobre-explotados y los que se sostenían en el frágil sistema patagónico, estaban siendo sepultados con las nuevas instalaciones de la industria del salmón.

EXPLOTACIÓN Y PESCA ARTESANAL

La salmonicultura en la Región de Aysén, para su puesta en marcha, requirió de un importante capital humano. Miles de pescadores artesanales aiseninos migraron y dieron impulso a la industria. El año 2008, cuando se declaró oficialmente la crisis del virus ISA en Chile, 35.000 puestos directos y 13.000 indirectos no continuaron. Y fue el sector dominado por pescadores artesanales el más afectado.

Cuando quisieron volver al mar, el escenario no era como el que abandonaron tiempo atrás. No había recursos naturales, habían sido sobre-explotados, el mar estaba privatizado y el pequeño grupo de pescadores que resistió el auge de la salmonicultura debió someterse a las normativas sanitarias implementadas por los salmoneros, impidiéndoles el desplazamiento en caladeros y rutas ancestrales de pesca.

EL NEGOCIO DE DOUGLAS TOMPKINS

El agua ya es escasa y proyecta ser equivalente al precio del combustible. La intervención e instalación de infraestructura para represas en la Patagonia reduce el factor incalculable que proporciona la reserva de agua de la biosfera, bien los sabe el magnate. La Organización de las Naciones Unidas (ONU), sostiene que en la actualidad, de los 6.250 millones de habitantes, 1.100 millones no tienen acceso al agua potable y 2.400 millones carecen de un saneamiento adecuado.

Entonces cobra sentido el interés del magnate en adquirir territorio donde exista agua en abundancia. Comenzó con 289.562 hectáreas. Los territorios de Douglas Tompkins han aumentado en su extensión, superando en menos de una década el triple de su tamaño inicial.

La demanda de agua potable no es tan solo en Estados Unidos, sino que en todos los países con solvencia económica donde el recurso ya escasea. El negocio del agua tiene grandes proyecciones. La Patagonia, segunda reserva de agua de la biosfera, tiene entre sus antecedentes, que más del 50% de aguas superficiales son de propiedad de privados, en su mayoría extranjeros. La competencia es brutal.

DECISIONES POLÍTICAS

En Chile, el Sistema de Evaluación de Impacto Ambiental (Seia), a través de las Declaraciones y Estudios de Impacto Ambiental (DIA/EIA), integran el sistema encargado de evaluar con una mirada técnica proyectos con implicancia ambiental.

Pero existe una decisión superior, ajena a toda la institucionalidad ambiental. La Comisión Regional del Medio Ambiente, es una instancia ficticia, conformada por autoridades con disposición política, orientada a vulnerar el Sistema de Evaluación de Impacto Ambiental, proporcionando admisibilidad a proyectos técnicamente inviables presentados por el sector privado.

Está irregularidad en la Región de Aysén, ha facilitado la aprobación en tiempo record de centenares de autorizaciones para el cultivo de salmones y deja de manifiesto que la vulnerabilidad ambiental, da continuidad a la privatización del territorio chileno. En efecto, las decisiones políticas prevalecen sobre los criterios técnicos. Instala a Corema como un organismo político, sin objetividad ni competencia en materias ambientales, pero con amplias facultades para aprobar proyectos.

COSTO A LARGO PLAZO

La implementación de Hidroaysén presume desarrollo económico de gran envergadura. Pero la región de Aysén ya tiene experiencia en sobre-explotación de recursos naturales y violaciones al medio ambiente. El contaminado mar de la Patagonia es el resultado de la irracionalidad del sector económico y político por explotar a cualquier costo.

El factor desarrollo, bandera de lucha de los empresarios, no es tal y solo cumple un rol prioritario en la etapa de construcción, el resto, vale decir, en una década más, será tarea de unos pocos trabajadores especialistas en represas, con calificación extranjera. Las represas construidas, instalan un desastre ambiental irreversible. El modelo económico actual, injustificable, no vislumbra calidad de vida ni satisfacción de necesidades sin afectar el medio ambiente.

La especulación de la normativa ambiental, hace irreversible una catástrofe sin proporciones. Los organismos encargados de evaluar proyectos ambientales, no comprenden que para solucionar problemas de la realidad, no basta entender la calidad de vida con el PIB per cápita, sin antes evaluar las medidas de impacto ambiental y entender que ambos objetivos no son rivales, sino complementarios. En consecuencia, la normativa ambiental merece una revisión mas profunda, que programe todos los sectores, y no sea un instrumento facilitador para las transnacionales que en otros países se les prohíbe el acceso.

Jaime Varas Esquivel

Vía elciudadado.cl/
Fotos: No Hidroaysen / Proyecto Hidroaysen.

7 may 2011

Javier Darío Restrepo: "el periodista debe ser respetuoso"


El maestro Javier Darío Restrepo señaló ayer que en medio de la violencia que vive México se debe entender que el gran objetivo que tienen estos grupos (del crimen organizado) es inhibir a la sociedad: “El terrorista no busca tanto matar a la gente sino anularla a través del miedo”.

Tras reunirse con directivos, editores y reporteros de El Universal de México y conversar sobre la ética, Restrepo dijo que la misión (de periodistas y medios) es “abrirle los ojos a la sociedad de lo que sucede ahí, por tanto, la mirada del periodista no debe estar alterada por el miedo”.

Restrepo, según reporta El Universal, destacó que el periodista debe identificarse con la gente y debe ser cercano a la sociedad de su país. Lamentó también que en cada caso contra periodistas “siempre la misma nota es la impunidad”.

Como decía el periodista polaco Ryszard Kapuscinski, los reporteros -remarcó Restrepo- “deben encontrar las perlas”, los casos, las historias de la gente que hablan de piedad y solidaridad, en el basurero que son los conflictos armados.

“Los periodistas no somos cronistas del presente, sino de un futuro que comienza”, sentenció el profesor de la Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano y asesor en el Consultorio Ético.

También advirtió que “hay palabras que están armadas y pueden estallar. Son las palabras que el periodista utiliza dándole el mismo sentido que los violentos. Por ejemplo, las personas que la guerrilla mantiene en la selva cómo les vamos a llamar: prisioneros de guerra, rehenes, secuestrados. Sin duda el reportero debe hablar de rehenes”.

¿Un delincuente debe ser exhibido o no ante los medios antes de un juicio? En su opinión, muchos condenan periodísticamente a un presunto asesino, pero lo más preocupante es cuando un periodista se niega a aceptar que un asesino tiene derechos humanos.

“Eso es porque lo he condenado no sólo judicialmente sino como persona. Algo que debe constituir al periodista es ser respetuoso de los derechos de toda persona, eso le da respetabilidad y poder moral”, indicó.


Foto Javier Darío Restrepo en PRENDE
Taller: Ética y Periodismo en Tiempos de Violencia
Impartido por Javier Darío Restrepo
Martes 31 de agosto.
Lugar: Universidad Iberoamericana, Ciudad de México.
Fotógrafo: Gerardo Romo

Vía Clases de Periodismo.

25 abr 2011

¿Qué puede hacer un Bloggers cuando no tiene conexión a Internet?

Para mucho bloggers puede ser un problema quedarse si la señal de Internet justo cuando deseas trabajar con el blog, algunos dejan a un lado su Pc o laptop y dejan de actualizar el blog. Así puede quedar un weblog en el abandono.

La verdad que el asunto no es tan catastrófico, en ese momento es ideal para comenzar a pensar y escribir un buen post.

Las ventajas que encuentro son las siguientes:

  • No me distraigo con el messenger, algún chat, twitter o alguna red social
  • Afloran los pensamientos e ideas
  • Se evita andar deambulando con los buscadores
  • No llegan las notificaciones de nuevo correo, por lo tanto no tengo que detener la creatividad para leerlo
  • Se puede editar una foto para el post (si tenemos una base de datos fotográfica personal)
  • Cuando vuelve la conexión a Internet tengo todo guardado y listo para publicar
  • No permitimos que el blog quede en el total olvido por nuestra parte

Así que amigos blogueros hay que tomársela con tranquilidad, abre tu Pc usa tu procesador de texto (Word) y verás que en muchos casos será el momento ideal, ya lo estoy comprobando!

21 abr 2011

Café con buenos amigos

(En una café de la ciudad de Torino con mis amigos)

Una de las cosas que realmente se pueden disfrutar en la vida es el tomar un buen café en compañías de buenos amigos, pero esto no es así de simple si deseamos hacerlo agradable:
Lo primero que yo considero es el tipo de amigos y en torno a que gira la conversación, ya esto haría un momento muy ameno e interesante.

Lo segundo es el café, uhmmm, su aroma, un toque de leche para manchar su oscuro color! Caliente y degustarlo con relativa lentitud. La taza debe ser ideal y fácil de agarrar, una cómoda silla y una mesa amplia donde apoyar nuestros codos, es casi como un momento lleno de relax y reflexión.

El resto lo dejo a la imaginación de los lectores de Variedad Plus.

15 abr 2011

Las Redes Sociales ¿pueden determinar el valor social?

En su libro Generation MySpace, Candice Kelsey afirma que todo se reduce a “determinar el valor social de la persona por la cantidad de visitantes que atrae. Esta manera de valorar a los demás convierte a nuestros jóvenes en entes deshumanizados y los somete a una desmedida presión para que se proyecten de cualquier manera con tal de atraer a más amigos”.

Por eso, la obra What in the World Are Your Kids Doing Online? plantea esta pertinente pregunta: “¿Cómo va a enseñarles a sus hijos a ser altruistas y compasivos si en el mundo virtual se les permite conocer a alguien y luego eliminarlo de un plumazo?”.

5 abr 2011

Mito: "la energía nuclear es segura"

 
“Los riesgos de confiar en la energía nuclear se han materializado, de nuevo, en su peor magnitud y han desmontado uno de los grandes mitos de nuestro siglo, el de que la energía nuclear es segura. 

…una imagen vale siempre más que mil palabras y la de los reactores de la central de Fukushima no deja lugar a dudas. Si las nucleares fueran tan seguras, las compañías eléctricas que las gestionan asumirían el 100% de la responsabilidad civil, por los daños que provocan ¿no?"


Por J.L García y A. Vila en Greenpeace.

24 feb 2011

"Unregistered domain. Go to imageshack.us to register"


Para el día de hoy este blog me hizo pasar un buen susto al ver la foto de un sapo que desconfiguraba la plantilla del blog y hacia casi imposible leer los posts.

Justo debajo de la imagen aparecía el siguiente mensaje (Unregistered domain. Go to http://imageshack.us to register) la verdad que la primera me pareció me parecía un ataque mal intencionado, pero menos mal que existe google y con un poco de razonamiento y lógica me puse a investigar lo que sucedía.

Así fue como llegué a el Foro de ChileComparte y comprendí lo que estaba sucediendo.


El usuario EL_H4K mencionaba en parte lo siguiente:


Imageshack ha cambiado sus políticas y ahora para poder ver las imágenes, hay que estar registrado. ¿El problema?, es que las imágenes generalmente se usan para poner firmas, avatars, y es ridículo pensar que todas las personas tengan una cuenta en imageshack y además estén logueados. Otras personas ocupan los servicios de imageshack para tener ahí las imágenes que conforman sus sitios webs, con esto, las páginas se verán mal.”
Ese era el detalle, solo bastó que me registrara en Imageshack con el mismo correo con que me logueo en Blogger y de manera inmediata volvió la normalidad a este blog, menos mal, ya estaba cambiando y probando de todo y estaba a punto de cambiar la plantilla. Sin duda alguna, siempre lo mejor es investigar un poco.

Actualización 25/02/2011
Sobre imageshack

Nota por SENSHI » Jue Feb 24, 2011.
Que mala noticia....!!!!! yo uso el firefox aunque no me importa de donde vengan las imágenes me gusta verlas y no me parece justo que imageshack haga eso.
Fuente AnimeXZ.  

21 ene 2011

El Bloguer es "curioso, constante, inconforme, apasionado, generoso, trasnochado, sordo e hiperkinetico"


Si la Naturaleza te dota de 2 metros de altura, tendrás futuro en el baloncesto. Y si eres pequeñito y liviano, puedes hacer una carrera como jockey. Si desde pequeño quisiste ser cirujano, pero a estas alturas te sigues mareando cuando te sacan sangre, búscate otro plan.

Sin embargo, seas como seas, puedes ser bloguer si dentro tuyo tienes algunas de las características íntimas de un tecleador online.

Curiosidad

Para empezar a descubrir si estás hecho de esa madera especial de bloguer, debes hurgar en tu interior. ¿Tienes más preguntas que respuestas? Vamos bien. Los bloguers somos muy preguntones, inquisidores y la tortura para cualquier guía o ponente. Nos interesamos por muchas cosas, o nos enfocamos en un tema, pero no paramos hasta llegar al hueso.

¿Por qué? ¿Cómo? ¿Para qué? ¿Dónde está? ¿Quien opina distinto?… y así hasta el infinito. La mochila mental va siempre cargada con preguntas listas para disparar, para cuestionar. Además, nuestra mirada nos delata. Vamos por el mundo (online y offline) con esa avidez metida en la retina. Con unos rayos X que traspasan una peli, una comida o un enlace buscando cómo interpretarlo, cómo customizarlo… y contarlo.

Constancia

No todo el mundo tiene que ser bloguer, o tener un blog. De hecho, la realidad dice que de los millones de blogs empezados en algún momento, la inmensa mayoría ha muerto de muerte natural (por abandono) en poco tiempo.

Han quedado por el camino por una simple razón: falta de constancia. Lo que empieza con un arranque de inspiración, se queda por el camino por dejar de sostenerlo, de alimentarlo cada día (o regularmente) con esa misma energía. Hace falta mucha constancia para vivir algo, para conocer algo, para tener una experiencia y sentarte a contarla, cada vez, todas las veces.

Como un músculo, cuanto mas lo ejercitas, con menos esfuerzo consigues el resultado buscado. Y cuando te acostumbras a tener por compañeras a las teclas de tu ordenador, a compartir con ellas lo que vas viviendo, se convierte en un canal natural para comunicarte.

Inconformismo

No nos quedamos con una primera impresión. Buscamos ir un poco mas allá. Elaboramos nuestra propia respuesta a preguntas dadas, le damos un toque personal a la realidad. Ya sea que escribas un blog sobre observación de aves, sobre recetas macrobióticas o sobre política.

No nos instalamos cómodamente en las respuestas por defecto. Producimos nuestra propia visión y la contamos, sumando mucho de nuestra experiencia. A veces, simplemente, vale con agregarle un poco de poesía a la misma realidad que todos ven.

Pasión

Si algo no te gusta a fondo, hasta el corazón, no te pongas a escribir sobre ello. Se nota. Porque los bloguers que sigues te han encandilado con su pasión por un tema, porque cada palabra cuenta un sentimiento alojado en ese amor por algo.

Repito: no importa si se trata de motores diesel, de educación o de tu mascota. Si empiezas a escribir un blog, si quieres ser bloguer, debes dejarte arrastrar por esa pasión en el espacio íntimo e infinitamente libre de tu blog.

Generosidad

No hay blogger sin voluntad de compartir. Si quisieras mantener sólo para tí los consejos para disfrutar una visita a un ciudad, no te sentarías a escribir sobre ello en un blog de viajes, no editarías tus fotos o vídeos para subirlos, no pasarías los enlaces por las redes sociales.

El bloguer (podcaster, videobloguer, fotobloguer, etc) cuenta, relata, agrega su visión y experiencia personal para beneficio de quien le lea. Eso es generosidad en estado puro. Comunicación de persona a persona, transferencia de experiencia individual. Estos son tiempos en que se genera mucha inteligencia colectiva. Puedes aportar lo tuyo. Siempre es válido.

Insomnio

Convengamos que la inmensa mayoría es bloguer de tiempo parcial, como hobby, como plus a alguna otra actividad profesional. En ese caso, tendrás que robarle horas al sueño para mantener actualizado y con vida a tu blog.

Por consiguiente, te pillará mas de un amanecer buscando una nueva plantilla para tu blog, o esa foto tan especial para tu último post. Te acostumbrarás a ser el último en apagar la luz en casa y a gastar menos la almohada.

Sordera

El bloguer desarrolla la llamada “sordera selectiva”. “¿Para qué sirve? ¿Quién te va a leer? ¿Tan pocas visitas? ¿Cuántos cómo tú pueden interesarse en los hábitos reproductivos del mirlo? “

No los escuches. Tú sigue a lo tuyo.

Hiperkinesis mental

No para. Busca. Se conecta. Le da vueltas. Se equivoca. Aprende. Prueba. Vuelve a aprender. Aplica. Customiza. Opina. Cuenta. Sigue.

En definitiva, podrías decirme que muchas de estas características o elementos que conforman la madera de bloguer se encuentran también en un clásico coleccionista, en un escritor o en el periodista de toda la vida. Correcto. Ellos pueden ser excelentes bloguers.

Además nosotros somos gente online, Internet nos ha dotado de un espacio virtual en el que nos movemos más libremente, escribimos (o “coleccionamos”) para una audiencia desconocida pero global e instantánea. No guardamos nuestra mejor foto en un álbum para pocos. No hacemos 50 copias de nuestro recetario de cocina familiar. Se lo contamos, desde nuestra visión absolutamente personal y subjetiva, a todo aquel que quiera leernos.

Vía neumattic.es/ De lo mejor que he leído hasta ahora!
Foto  COP16 Bloggers.

18 ene 2011

Exceso de ejercicio físico y sus consecuencias negativas

Practicar ejercicio de resistencia, como el ciclismo o los maratones, de una forma intensa durante años puede provocar enfermedades cardíacas, como la fibrosis y las arritmias, según demuestra un estudio que ha presentado el Hospital Clínic de Barcelona.

"Estamos hablando principalmente de personas de unos 40 años que llevan unos diez años entrenando una hora diaria de forma intensa, aunque este estudio también afecta a los deportistas jóvenes", ha explicado el cardiólogo y coordinador de la investigación, Lluís Mont, que ha aclarado que "hacer ejercicio es bueno, pero hacerlo en exceso puede ser contraproducente".

Estudio con roedores

La investigación, que ha publicado la prestigiosa revista científica Circulation, se ha llevado a cabo durante cinco años y ha consistido en someter a un grupo de ratas a una hora de ejercicio diario durante dieciséis semanas, el equivalente a 10 años de entrenamiento diario en el caso de los humanos.

Los resultados han mostrado que todas las ratas presentaban signos de disfunción del tejido cardíaco tras pasar ocho semanas corriendo una hora diaria sobre una cinta.

Asimismo, tras 16 semanas de ejercicio, el 42% de las ratas deportistas han resultado ser más susceptibles a sufrir una arritmia inducida que sus compañeras sedentarias.

"Los humanos no responden exactamente igual que las ratas porque hay factores genéticos que nos diferencian. Pero nuestro trabajo diario con pacientes nos demuestra que entre los deportistas hay muchos más casos de patologías cardiacas que entre los sedentarios", ha puntualizado el doctor Mont.

Necesidad de controles

"El estudio demuestra por primera vez que un exceso continuado de ejercicio físico puede tener consecuencias negativas para el corazón y puede ser la causa de algunos de los casos de muerte súbita de deportistas", ha señalado el director médico del Hospital Clínic, Josep Brugada.

En este sentido, el doctor Brugada ha defendido la necesidad de realizar controles cardiológicos periódicos a los deportistas de resistencia y a todos los niños y jóvenes que empiezan a practicar ejercicio de forma continuada.

"Soy partidario de hacerle un electrocardiograma a todos los niños porque de esta manera detectaríamos casi todos los casos de personas con predisposición a sufrir patologías cardiacas", ha dicho el doctor Brugada.

Más pruebas

Respecto a los atletas profesionales y a las personas que practican deporte con asiduidad de forma intensa, Brugada cree que "un electrocardiograma no es suficiente" y es necesario someterse periódicamente a "pruebas de esfuerzo, electros y ecocardiogramas".

Los resultados de este estudio "son importantes -según el doctor Mont- porque cada vez hay más personas de 30, 40 ó 50 años, que empiezan a hacer deporte diariamente para ponerse en forma y se ponen retos altos, como correr maratones o subir montañas en bicicleta". En su opinión, estas personas deben ser conscientes del riesgo que corre su corazón y tomar medidas preventivas, es decir, someterse a exploraciones periódicas.

Nueva ley

El doctor Brugada ha lamentado que "estas medidas preventivas no son habituales", aunque se ha mostrado esperanzado porque "la ley del deporte que el Gobierno está preparando pretende que los deportistas se vean obligados a someterse a ciertas pruebas".

"Ahora habrá que batallar para que estas pruebas se hagan bien", ha añadido Brugada, que espera que este estudio ayude a que tanto médicos como pacientes se tomen en serio los riesgos que conlleva practicar intensamente ejercicio físico.

Foto: Triatlón - Campeonato de España.

8 dic 2010

Irene D'alessandro: "nuestro país, es un país de viejos, poco atentos a las necesidades de los jóvenes..."


En un viaje de 5 horas en tren de Fano a Torino conocí a esta peculiar joven, llevaba cinco maletas a cuestas y un mundo lleno de sueños, dispuesta a terminar su carrera universitaria, en el norte de Italia, ya que en Napoli no podía terminar su especialización. Este viaje coincidía con las manifestaciones por la "reforma Gelmini" que prevé el recorte de 8.000 millones de Euros y el despido de miles de profesores, así que la entrevista tomó su propio rumbo a través de los días y quiero compartir las respuestas de Irene:

¿Es fácil estudiar en Italia?

No es fácil estudiar en Italia porque la mayoría de las universidades italianas tienen ausencia de relación directa con el mundo del trabajo, y la mayoría de los estudiantes están bien preparados desde el punto de vista teórico y no desde el punto de vista práctico.

¿Qué significa para un joven italiano el recorte del presupuesto para la educación pública?
Los recortes presupuestarios para un joven italiano representan el fin de la esperanza de un futuro positivo de trabajo, lamentablemente. En los últimos días, los jóvenes italianos de todas las universidades nos estamos mostrando en contra de la reforma Gelmini, es una reducción sustancial del presupuesto para las universidades públicas y especialmente en las universidades está dañado la figura del profesor, que se ve obligado a ir para encontrar trabajo en el extranjero. Por desgracia, nuestro país, es un país de viejos, poco atentos a las necesidades de los jóvenes en el mundo del trabajo.

¿Se puede costear la educación privada?
No, absolutamente no; una familia italiana promedio simplemente no puede permitirse el lujo de pagar los estudios de sus hijos en una universidad privada. Los costos de estas universidades son excesivas y en Italia a pesar de ello el gobierno tiende a centrarse en estas universidades, en detrimento de las empresas públicas y es cada vez más desastroso, tanto para las estructuras, como para los servicios que ofrece.

Si tienes que ir a otra ciudad italiana para estudiar ¿a que retos se enfrentan?
Para los estudiantes residentes, que se desplazan a estudiar a otras ciudades, las universidades de estos lugares ofrecen becas o dinero que en los últimos años se están quedando en el olvido. El dinero disponible no es suficiente para cubrir los gastos de casa para alquilar, libros, transporte público, tasas de matrícula. Por supuesto, esto no hace más que dar lugar a una fuerte reducción en el número de estudiantes que deciden trasladarse a otra ciudad para continuar sus estudios.

¿Los estudiantes extranjeros se adaptan a las universidades italianas?
En cuanto a los estudiantes extranjeros, la situación varía de país a país. Cada país cuenta con su propio servicio de Erasmus a su manera, proporcionar a los alumnos las cantidades estándar de dinero para los gastos que deben cubrirse, y en función del país de origen o no, puede ser muy dificultoso por los costes de gestión. En cuanto a organización de cursos, puedo decir que un amigo mío que se encuentran Valencia (España) lo ve realmente ridículo, porque los cursos de italiano son muy teórico y poco centrado en la práctica. Creo que este es un problema importante en la organización interna de la universidad italiana.